Non più tardi di qualche settimana fa, la Commissione Europea ha presentato diverse proposte finalizzate al ripristino della natura e alla protezione della biodiversità. Il momento è propizio: tutti gli Stati dell’Unione sono alle prese con un’estate di grave siccità e temperature oltre le medie stagionali, che stanno mettendo a dura prova le coltivazioni. In un contesto geopolitico che probabilmente vedrà ridisegnate le mappe dell’approvvigionamento del grano, gli interventi che mirino a ridurre eventi climatici disastrosi non possono più essere rimandati.
In questa serie di proposte avanzate dalla Commissione, che ora saranno soggette al legittimo iter legislativo, spicca la richiesta di ridurre della metà l’uso di pesticidi chimici entro il 2030, allo scopo di preservare la biodiversità e aumentare la sostenibilità ambientale.
Il taglio del 50%, che qualora la proposta venisse finalizzata in termini legalmente vincolanti, favorirebbe lo sviluppo di metodi alternativi, anche grazie ai fondi europei che saranno necessariamente stanziati per coprire i costi necessari per la transizione. Si tratta di costi presto traducibili in benefici: nella valutazione realizzata dalla Commissione, la riduzione dei pesticidi sarà in grado di invertire subito il trend di declino delle popolazioni di insetti impollinatori, quali api e bombi, fino a comportarne – inevitabilmente – l’aumento di numero. In questo modo, la resa agricola migliorerà e verranno mantenuti in salute gli ecosistemi, riducendo – nel lungo termine – l’impatto potenzialmente nefasto degli eventi climatici.
Il piano si affiancherebbe agli sforzi già messi in atto con il Green Deal e con il Farm to Fork, finalizzati a un’agricoltura sempre più equa, sana e sostenibile. Per centrare questi obiettivi, le strategie che rientrano nel biocontrollo possono svolgere un ruolo da protagoniste, garantendo un minore impatto sull’ambiente e una maggiore sicurezza, e non solo per i consumatori di frutta, verdura e cereali, ma per l’intera filiera agroalimentare e per tutti gli operatori del settore agricolo.
Le quattro categorie del biocontrollo (microrganismi, macrorganismi, sostanze naturali e semiochimici) raggruppano gli strumenti di origine biologica per la protezione delle piante da insetti e patogeni dannosi, offrendo dunque una soluzione per salvaguardare la biodiversità e garantire residui minimi.
IBMA Italia ha sottolineato con ampio anticipo i vantaggi che l’integrazione con il biocontrollo può portare all’ambiente, alla salute e alla resa, e oggi è – prevedibilmente – soddisfatta perché pare che le proposte da tempo e in più occasioni avanzate stiano iniziando a essere recepite. Un cambio di paradigma trova sempre fisiologiche opposizioni iniziali, sia da parte dei tecnici del settore sia nell’opinione pubblica: è giunto il momento di adoperarsi per superarle, anche e soprattutto attraverso una corretta informazione.
Su questo fronte, IBMA Italia conferma la propria volontà di intervento costante e si propone come punto di riferimento per tutti gli attori coinvolti (dall’agricoltore al cittadino) che necessitino di formazione, di approfondimento o di basilari strumenti di comprensione della evoluzione di questo settore.