Lo scorso giugno la Commissione Europea ha presentato la proposta di riforma del regolamento sui pesticidi, nota come SUR (Sustainable Use of pesticides Regulation), che pone un obiettivo ambizioso: dimezzare l’utilizzo dei pesticidi in agricoltura entro il 2030. L’eliminazione dell’uso dei pesticidi nei campi è uno dei punti salienti del Green Deal Ue, in linea con gli impegni assunti nella strategia Farm to Fork e Biodiversity Strategy. La proposta di riforma è stata attaccata da più parti e la sua attuazione rischia di slittare.

IBMA accoglie con favore il fatto che la Direttiva sia stata aggiornata a Regolamento, modifica che certamente le conferirà una forza di attuazione che è molto diversa dalla sua precedente posizione. Inoltre, IBMA condivide la coerenza con i piani strategici della PAC in quanto gli Stati membri possono applicare incentivi finanziari o attenuazioni per compensare alcuni impatti.

Tra gli aspetti contenuti nel SUR che IBMA giudica positivi, troviamo che nel regolamento è stata inclusa una definizione di “controllo biologico”, che comprende quattro categorie: agenti di biocontrollo degli invertebrati, microrganismi, semiochimici e sostanze naturali.

Il testo del regolamento contiene riferimenti a prodotti “a basso rischio”, indicati come prodotti che dovrebbero essere preferibilmente utilizzati in agricoltura. IBMA sostiene che questa raccomandazione dovrebbe essere estesa ai prodotti di biocontrollo. Per promuovere ancora di più l’uso del biocontrollo, la definizione di “metodi non chimici” potrebbe essere ampliata menzionando in modo esplicito il biocontrollo. 

Inoltre, tutti i prodotti attualmente autorizzati per uso non professionale dovrebbero rimanere disponibili per gli “utilizzatori non professionali”. I distributori dovrebbero essere stimolati a raccomandare non solo prodotti a basso rischio, ma anche prodotti a basso rischio e/o di controllo biologico. Accanto a questo, IBMA sostiene che l’uso del biocontrollo dovrebbe essere consentito nelle aree sensibili.


Completiamo l’analisi relativa al regolamento sui pesticidi (SUR), evidenziando come la definizione di difesa integrata dei parassiti (IPM) non sia stata realmente “modernizzata” rispetto a quella della direttiva sull’uso sostenibile. 

Inoltre, IBMA ritiene che dovrebbe fare esplicito riferimento alla priorità del controllo biologico e, allo stesso tempo, al fatto che le sostanze chimiche dovrebbero essere utilizzate solo se necessario. Inoltre, la definizione dovrebbe esprimere in modo chiaro che l’IPM è “una strategia basata sull’ecosistema”.

In questo senso, dovrebbero essere maggiormente enfatizzati anche il contributo della IPM alla strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 e al funzionamento degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici. In questo contesto, dovrebbero essere stabiliti indicatori per l’IPM, come la presenza di impollinatori e invertebrati utili.

IBMA accoglie con favore la proposta di formazione obbligatoria per utenti professionali e consulenti su IPM e controllo biologico, nonché l’incentivo per i consulenti a partecipare a tale formazione attraverso il rinnovo condizionale della qualifica di consulente professionale. L’istituzione di registri obbligatori di consulenza IPM, attraverso un registro elettronico per giustificare i programmi di trattamento utilizzati, è considerata essenziale per confrontare le pratiche di difesa integrata. 

La conoscenza e l’esperienza che i coltivatori hanno acquisito sui metodi IPM devono essere comunicate più ampiamente. Per raggiungere questo obiettivo è necessario utilizzare adeguati strumenti di formazione e comunicazione. Anche i “profili delle colture” o “profili IPM”, che forniscono una panoramica delle pratiche di produzione e gestione dei parassiti per una specifica coltura, possono diventare strumenti importanti per raggiungere questi obiettivi.